Scegliere la capienza ideale dei cassoni scarrabili: stimare il fabbisogno in base alla quantità di rifiuti

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L’analisi preliminare del fabbisogno di cassoni scarrabili rappresenta il vero punto di partenza per ottimizzare ogni fase del ciclo di gestione dei rifiuti da cantiere. Un calcolo impreciso del volume da smaltire si traduce non solo in costi aggiuntivi per ritiri superflui o contenitori sottodimensionati, ma anche in rallentamenti operativi che si ripercuotono sull’avanzamento dei lavori.

In un settore dove rapidità di esecuzione e conformità normativa sono vincoli stringenti, disporre di una stima puntuale delle quantità di materiale – dalla demolizione di pareti portanti alla rimozione di intonaci leggeri – consente di ridurre margini di errore e di pianificare con precisione tempi e modalità di ritiro.

La difficoltà principale risiede nella natura eterogenea dei rifiuti da costruzione: materiali compatti come il calcestruzzo generano un carico peso–volume molto diverso rispetto a isolanti o laterizi forati, mentre la presenza di umidità o di frazioni miste può alterare significativamente la capacità effettiva del cassone. L’approccio tecnico obbliga dunque a tradurre i pesi stimati in metri cubi, avvalendosi di coefficienti di conversione consolidati e di rilievi diretti in cantiere tramite strumenti di misurazione avanzati.

Metodologia di calcolo del volume dei rifiuti

La prima fase consiste nel tradurre le stime di peso in metri cubi, parametro fondamentale per selezionare la cubatura del cassone. Per il calcestruzzo e i calcinacci, si utilizza un coefficiente che varia tra 0,6 e 0,8 m³ per tonnellata, a seconda della compattezza e del grado di frantumazione. Le terre da scavo, meno dense, richiedono circa 1,4 m³ per tonnellata, mentre i laterizi forati e i blocchi di cemento alleggerito possono superare 1,6 m³/ton. È importante applicare tabelle di conversione validate o dati ricavati da sopralluoghi precedenti, per evitare scostamenti che impattino sul numero di ritiri e sui costi totali.

Una misurazione sul campo permette di affinare la stima teorica. Grazie a rilievi topografici o misurazioni manuali delle aree e degli spessori di materiale da rimuovere, il capocantiere può calcolare il volume lordo da smaltire. Ad esempio, in un’operazione di scavo per posa di fondamenta, si misura l’area in metri quadrati e si moltiplica per la profondità media dello scavo. Il risultato va poi rettificato con il coefficiente di compattazione, che considera l’espansione del materiale quando estratto dal terreno.

Classificazione dei materiali e impatto sul dimensionamento

Nella scelta della cubatura del cassone, è cruciale poi distinguere tra materiali ad alta densità (calcestruzzo compatto, laterizi pieni, pietrame) e materiali voluminosi (polistirolo, lana di roccia, cartongesso). I primi presentano un rapporto peso–volume elevato, che impone contenitori con portata tonnellate adeguata ma un’impronta volumetrica più contenuta. I secondi saturano rapidamente lo spazio a fronte di un peso limitato, rendendo prioritario l’uso di cassoni con capienza m³ superiore. Il coefficiente di saturazione – ossia il volume effettivo occupato in relazione alla capacità nominale – varia sensibilmente: per materiali compatti si può considerare un utilizzo del 90–95% del volume teorico, mentre per frazioni leggere questo valore scende anche al 60–70%, con conseguenze dirette sul numero di ritiri necessari.

Quando i rifiuti contengono più tipologie (calcinacci, legno, plastica, metalli), un’unica cubatura rischia di generare spazi vuoti o sovraccarichi di peso. Adottare una strategia di frazionamento significa prevedere cassoni distinti per la componente prevalente (ad esempio, uno dedicato a inerti pesanti e uno a materiali leggeri) oppure l’impiego di cassoni suddivisi internamente con sponde interne o reticelle divisorie. Questo approccio ottimizza il dimensionamento sfruttando al massimo la capienza di ogni container, riduce i costi di smaltimento differenziato e facilita le operazioni di riciclo, conformandosi alle disposizioni di legge in materia di raccolta differenziata in cantiere.

L’umidità aumenta significativamente il peso del materiale (fino al 20–30% in più per terre da scavo bagnate), mentre la compattazione modifica il volume disponibile: rocce e calcinacci pressati richiedono meno spazio, al contrario di materiali schiacciati male che creano “vuoti d’aria”. Durante le stime è quindi fondamentale applicare un coefficiente correttivo che consideri le condizioni meteorologiche e il metodo di scarico (manuale vs meccanico). In presenza di elevata umidità o di rischi di pioggia, si raccomanda di aumentare la capacità nominale del cassone di almeno il 10% per evitare ritiri aggiuntivi non pianificati e garantire il rispetto delle tempistiche di cantiere.

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