Rifiuti da cantiere: le normative della regione Veneto sui rifiuti da costruzione e demolizione (C&D)
Il settore edilizio è caratterizzato da un uso intensivo delle risorse naturali. Gli impatti ambientali, infatti, non sono limitati all’esecuzione delle attività operative, ma sono causati anche dall’uso massiccio delle risorse primarie. Minimizzare i rifiuti, promuovendo un utilizzo razionale delle risorse e incentivando il recupero dei materiali, non è più quindi solo un valore civile, ma anche un obbligo normativo.
Sono diverse le leggi di riferimento per i rifiuti della classe 17 (seguendo la nomenclatura dell’elenco europeo dei rifiuti). Oltre a quelle nazionali
- Decreto Legislativo 152/2006 (conosciuto anche con il nome di T.U. ambiente o Testo Unico in materia ambientale),
- il Decreto Ministeriale Ambiente 5/2/98,
Che cosa sono i rifiuti da cantiere e i rifiuti da costruzione e demolizione?
Tra i rifiuti da cantiere (imballaggi, scarti di materiali, plastica e altri materiali residui prodotti durante le fasi di preparazione del cantiere, di costruzione e rifinitura), si può distinguere il sottogruppo dei cosiddetti “rifiuti da costruzione e demolizione (C&D)”. Questi rifiuti, in particolare, comprendono una vasta gamma di materiali specifici, prodotti durante le attività di costruzione, demolizione e rimozione di edifici e infrastrutture.La Regione Veneto riprende la classificazione europea della classe 17 dei rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) e delle sue nove sottoclassi:
- 1701: miscugli, frazioni separate o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche diverse da coppi e tegole.
- 1702: legno, vetro e plastica
- 1703: miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame.
- 1704: metalli e leghe metalliche, come rame, bronzo, ottone, alluminio, piombo, zinco, ferro o acciaio, stagno, metalli misti, rifiuti metallici, cavi soprattutto se impregnati d’olio, di catrame di carbone o altre sostanze pericolose.
- 1705: terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati), rocce e fanghi di dragaggio, ma anche pietrisco per massicciate ferroviarie.
- 1706: materiali isolanti e materiali da costruzione, contenenti amianto o altre sostanze pericolose.
- 1708: materiali da costruzione a base di gesso.
- 1709: altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, contenenti per esempio mercurio, PCB (sigillanti, pavimentazioni a base di resina, elementi stagni in vetro, condensatori), o rifiuti misti.
La normativa sui rifiuti da costruzione e demolizione in Veneto
Oltre alla normativa nazionale, la Giunta Regionale del Veneto ha approvato il Decreto n. 1773 del 28 agosto 2012. In esso sono comprese le linee guida sulle “Modalità operative per la gestione dei rifiuti da attività di costruzione e demolizione. D.Lgs. 03.04.2006 e s.m.i., n. 152; L.R. 3/2000”. Si tratta, in sostanza, di indicazioni operative e pratiche per una corretta gestione dei rifiuti C&D sia sui luoghi di produzione, come i cantieri di costruzione o ristrutturazione, che negli impianti (fissi o mobili, con autorizzazione ordinaria o regime semplificato) in cui gli scarti e sottoprodotti vengono raccolti e riciclati.In Veneto, secondo i dati ARPA sono infatti in media più di 5.500.000 le tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione prodotte ogni anno, la maggior direttamente in fase di cantiere. Grazie alle linee guida della regione, più dell’80% riescono ora ad essere recuperate tramite adeguati processi di gestione, riutilizzo e recupero.
Grande parte di questo risultato nella Regione Veneto è dovuto alla cosiddetta “demolizione selettiva”, che prevede una serie di procedure per riconoscere e separare varie tipologie di rifiuti, soprattutto quelle pericolose e quelle riutilizzabili. Sin dalle fasi di indagine preliminare, e durante tutte le azioni fino all’effettiva demolizione, vengono valutate le caratteristiche dei materiali, per rimuovere quelli pericolosi e separare quelli riutilizzabili da avviare agli idonei impianti di conferimento, per un recupero efficiente dei sotto-prodotti di scarto. Tutto, naturalmente, rivolgendosi ad aziende riconosciute e autorizzate dalla Regione stessa.
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